“Dimmi e io dimentico. Insegnami e io ricordo. Coinvolgimi e io imparo.”
B.Franklin
L'estate sta finendo, come canta una nota canzone di qualche annetto fa e per i nostri ragazzi la campanella della scuola è già suonata da qualche giorno. Tornare sui banchi di scuola, dopo la pausa estiva, è sempre abbastanza dura e anche per questo è assai importante partire col piede giusto, facendoci tornare la così detta "voglia di studiare" (meglio sarebbe dire, la gioia di apprendere). Bisognerà dedicarsi allo studio non solo in quantità di tempo, ma soprattutto in qualità. A volte, infatti, le ore passate sui libri son troppe per molti studenti, proprio perchè non hanno acquisito un buon metodo di studio. Con questo articolo vogliamo dare un piccolo contributo in questa direzione.
Partiamo, riflettendo sul fatto che spesso ci chiediamo: come funziona la memoria nell'apprendimento e nel ricordo delle informazioni? Dallo studente che passa ore sui libri, per poi ricordare meno della metà di quello che ha studiato,
all'artigiano che deve svolgere determinate mansioni in officina o in cantiere, all'avvocato che deve ricordare ogni minimo particolare di tutti i casi che segue, oltre ad avere in testa un bel ginepraio tra leggi e procedure.... Come si determina tutto questo?
Noi sappiamo che ciò che condiziona il ricordo è la modalità con la quale decidiamo di memorizzare le informazioni.
Il nostro cervello è un sistema complesso, bombardato in ogni momento da migliaia e migliaia di informazioni, la maggior parte delle quali vengono (giustamente) dimenticate; allo stesso momento il nostro cervello è strutturato in modo tale che una volta compreso il funzionamento, basta replicare la giusta modalità per ottenere un buon risultato.
Nel corso dei suoi studi, il pedagogista Edgar Dale (1900-1985) constatò come la nostra memoria sia profondamente influenzata dalle esperienze: più queste sono nuove, particolari e cariche di emozioni e più le ricorderemo con facilità. Non solo, Dale studiò anche la durata dei ricordi sulla base delle esperienze fatte. Dalle sue analisi emerse il famoso “Cono dell'Esperienza" (Cone of Experience).
Da questo schema si mette subito in evidenza un aspetto molto interessante. L’apprendimento ha una duplice natura: una attiva e una passiva. Tra queste due aree troviamo un’elenco di modalità di apprendimento di dati ed informazioni, con la relativa percentuale di ricordo dopo due settimane, in uno schema crescente dal basso verso l'alto.
La natura passiva del coinvolgimento, permette di accumulare e memorizzare dati utilizzando la minor parte dei nostri sensi, se non uno soltanto (leggere – vista, ascoltare – udito) e, come lo schema ci mostra, apprendiamo veramente una minima parte di informazioni, che, per di più, spariscono in breve tempo. Se il metodo di studio di uno studente si basa esclusivamente su queste attività, i risultati a scuola difficilmente saranno brillanti. Con un coinvolgimento attivo, invece, coinvolgendo tutti i nostri sensi nel processo di apprendimento, riusciamo a trattenere moltissime informazioni in più.
Nella prossima parte approfondiremo le azioni così come riportate nello schema, dal basso verso l'alto e andremo subito a sfatare l'efficacia di un metodo di studio tra i più utilizzati dai nostri studenti.