Imobile bornn tre precedenti articoli (Nativi digitali: il mito,  cavalchiamo la tigrel'appello) abbiamo parlato diffusamente dei cosiddetti ‘nativi digitali’, spiegando che questa efficace metafora nasconde parecchie insidie e abbiamo sottolineato quanto sia importante che le nostre giovani leve facciano un uso modico e consapevole delle apparecchiature digitali.
Da un pò di tempo però scopriamo che anche i 'nativi digitali' sono, in una certa misura, 'superati'. Ora si parla addirittura dei 'mobile born', ossia dei bambini che, assieme a camminare, imparano ad utilizzare con destrezza smartphone e tablet.

Si sa, la nostra economia, basata quasi esclusivamente sul vendere il più possibile, non si pone certi problemi, diciamo, di ordine morale (a torto, secondo noi, perchè è sempre sbagliato non pensare a che mondo stiamo preparando per le generazioni future), ma noi, che lavoriamo sull'Educazione, questi problemi ce li poniamo eccome e ci interroghiamo non solo sull’effetto che i dispositivi elettronici possono avere sulla psiche del bambino, ma anche su eventuali danni che possono causare nello sviluppo cerebrale.

Anche se scongiuriamo quest'ultimo pericolo, ormai si rendono necessari i cyberpsicologi, in grado di intercettare i disagi creati dalla dipendenza da Internet (dipendenza dell'eterno essere connessi) e dall'utilizzo sbagliato delle nuove tecnologie digitali.
Comunque sia, anche qua diciamo, come nei precedenti articoli, che: indietro non si torna - anche se qualche nostalgico lo vorrebbe - e ribadiamo che 'la tigre va cavalcata', ossia che destreggiarsi sin da piccoli tra software e hardware significa non subire la tecnologia, ma usarla in modo consapevole.
Proprio per questo sono nati diversi campus tecnologici per i ragazzi in età scolare (vedesi, per esempio, i coderdojo). Chi li frequenta non diventerà necessariamente un informatico o un ingegnere, ma può ricevere molti stimoli per scoprire la propria passione e il talento in ambito digitale. Lo scopo è insegnare a usare il computer per realizzare progetti personali, facendo propri molti elementi che, da grandi, saranno utili per cavarsela nel mondo. Si sviluppano le abilità trasversali (o life skills, come le chiamano gli anglosassoni) che si acquisiscono lavorando in gruppo, soprattutto il problem solving e la capacità di creare un progetto in team. Sono tante le proposte studiate per far trascorrere ai più piccoli qualche giorno (o qualche settimana) in compagnia dei coetanei tra mouse e tablet, videogiochi e robot, con attività che quasi sempre nell'offerta formativa scolastica non sono presenti.
Ma per i più piccoli, si può pensare ad un utilizzo 'buono', virtuoso, dei dispositivi digitali, o l'unica alternativa è quella di negarne completamente la fruizione?
Noi diciamo che è possibile far giocare i bambini in età prescolare con il tablet, ma, appunto, deve essere un gioco e, come tutti i giochi,  devono durare un tempo congruo ed essere seguiti dai genitori o da un adulto 'nativo digitale'. La rete (questa è la sua grandezza) mette a disposizione, spesso in modo gratuito, buone, a volte ottime apps per divertire e anche far apprendere ì 'mobile born'.
Un buon progetto che va in questa direzione è, per esempio, il Little Smiling Minds, il quale, con le sue tre apps 'Il Contabosco', 'Il Contamare' (gia disponibili per ipad ed iphone) e 'il Contasavana', hanno ideato un ambiente piacevole di apprendimento dei numeri (dai 3 anni in su).
Ma ce ne sono molte altre, come "Buona notte, Dadà!", una app adatta per aiutare i bambini a superare la paura del buio (età consigliata: 3-7 anni); oppure "Toca Nature" (Toca Boca), dove i bambini imparano ad amare e conoscere la natura: si scavano fiumi, si elevano montagne, si piantano alberi, si vedono gli animali muoversi (adatto dai 5 anni in poi); e ancora: "Pepi Bath 2", una app che spiega in un modo divertente ed accativante le nozioni di igiene personale, come lavarsi i denti e farsi la doccia (dai 2 ai 5 /6 anni); con "Loopimal" (Yatatoy, di Lucas Zanotto) si gioca con i colori, la musica e i movimenti. Offre ai bambini la possibilità di impartire comandi a sei animali (dai 2 anni in poi); "My Little Cook" è una serie di giochi per bambini che amano cucinare e divertirsi imitando gli adulti. La faccia di Little Cook può essere sostituita da quella dei bambini, basta scattare una foto ai loro visi con l'apposita funzionalità dell'app (dai 2 ai 5 /6 anni); “Il mio bruco golosone” (StoryToys), è la versione interattiva di “Il piccolo bruco Maisazio”, un classico della letteratura per l’infanzia firmato Eric Carle. E tante altre...
Infine, ci sono anche degli ottimi e-book interattivi, come "E se fosse...", nel quale si gioca con gli opposti, portando i bimbi tra i due e i tre anni in un mondo tutto al contrario. A ritmo di ipotetiche come “se le scimmie fossero elefanti” o “se le papere fossero balene”, il bambino è spinto a ragionare sugli opposti, mentre a colpi di tap può vedere le conseguenze di quelle ipotesi strampalate con elefanti che cadono dagli alberi e balene strette dentro minuscoli laghi.
Ci fermiamo qui, ma per non far torto a nessuno, indichiamo un sito dove si possono scoprire i migliori contenuti digitali per bambini e ragazzi: http://www.mamamo.it/home.